Samhain – la porta dell’oscuro inverno, tra cultura e tradizione

di Valentina Stelluccio

Con l’autunno ormai inoltrato ei giorni sempre più corti, ci avviciniamo a una delle festività più antiche e culturalmente dense dell’anno, Samhain.

Per molti, questo periodo segna il passaggio dalla stagione dei raccolti all’oscuro inverno, mentre nella tradizione celtica rappresenta la soglia tra il mondo dei vivi e quello degli spiriti. È una festività dalle radici profonde , molto lontana dalle semplificazioni moderne che la collegano a immagini stereotipate oa interpretazioni superficiali come la “festa del diavolo”.

Approfondire il significato storico e culturale di Samhain ci permette di riscoprire il valore e il simbolismo di una tradizione ricca e potente.

Originario delle culture celtiche, Samhain si celebrava nella notte tra il 31 ottobre e il 1 novembre , in corrispondenza con la fine della stagione del raccolto e l’inizio dell’inverno. Il periodo era considerato una “porta” tra il mondo visibile e quello invisibile, un momento in cui gli spiriti degli antenati ritornavano temporaneamente tra i vivi per vegliare su di loro. Questo senso di continuità tra i mondi non era percepito con paura, ma come un’occasione di ricongiungimento e memoria .

Secondo le leggende pagane, durante la notte di Samhain, i druidi e le figure religiose celtiche conducevano rituali per guidare gli spiriti e garantire protezione ai villaggi dall’influenza di spiriti maligni.

Le celebrazioni si svolgevano attorno a grandi falò , e le persone si travestivano con pelli e maschere per confondere eventuali spiriti ostili. Il travestimento, quindi, non era un atto di emulazione del maschio, ma una sorta di protezione e rispetto per le forze invisibili.

Nei secoli, con l’avvento del cristianesimo , la festa è stata progressivamente reinterpretata e fusa con Ognissanti , originando Halloween, una celebrazione ormai molto diversa, sebbene derivata da Samhain.

Negli ultimi decenni, specialmente in alcune culture, Samhain è stato erroneamente collegato a pratiche occulte o persino “diaboliche”, snaturando la sua identità storica e culturale . In realtà, i riti di Samhain non avevano alcun legame con il male o con culti oscuri, ma piuttosto con il ciclo naturale della vita e della morte , onorato attraverso gesti che riconoscevano l’inevitabilità della fine di ogni ciclo per far spazio a nuove fasi .

Oggi, molte comunità in Europa e negli Stati Uniti riscoprono il Samhain nella sua forma originale , come una celebrazione della natura e dei cicli stagionali. Riprendendo i rituali tradizionali, le famiglie accendono piccole lanterne o candele per guidare gli spiriti benigni e osservano un momento di raccoglimento , riunendosi per ricordare gli antenati e riconnettersi alla natura. È un modo per allontanarsi dalle interpretazioni fuorvianti e riscoprire il Samhain come momento di riflessione , di connessione e di celebrazione del ritmo naturale della vita.

In questo contesto, il Samhain non è una “festa del diavolo”, ma un omaggio alla ciclicità del tempo e alla continuità tra passato e presente, tra spirito e natura. Ricordare e celebrare questo significato significa riscoprire, anche in tempi moderni, il valore di una spiritualità che guarda al mondo come un tutt’uno in cui ogni cosa è interconnessa.

Buon Samhain a tutti!!

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