“La vecchia dell’aceto” fa il suo ritorno: Giuseppe Bongiorno svela le novità della replica

La compagnia Araldo del Vespro torna sul palco con lo spettacolo La vecchia dell’aceto di Luigi Natoli, a grande richiesta del pubblico. Dopo il successo della prima, che ha registrato il SOLD OUT lo scorso gennaio al Teatro Don Bosco Ranchibile di Palermo, la replica è fissata per il 6 aprile 2025 alle 21. In questa occasione, il regista Giuseppe Bongiorno ci racconta il suo lavoro e il percorso che ha portato alla realizzazione di questa potente messa in scena.

Bongiorno ha spiegato la sua scelta di adattare La vecchia dell’aceto subito dopo I Beati Paoli, evidenziando la potenza del finale del romanzo di Natoli: “Il finale, in cui Rosalia è vista da alcuni come un’eroina e da altri come la vera colpevole, mi ha profondamente emozionato, tanto da volerlo portare in scena.” Il regista ha voluto creare un gioco con il pubblico: “Il mio obiettivo è stato quello di giocare con il pubblico, presentando diversi colpevoli per lo stesso crimine, e lasciare a loro il compito di decidere chi, alla fine, sia veramente colpevole.”

Riguardo alle difficoltà incontrate nell’adattamento teatrale, Bongiorno ha detto: “La principale difficoltà che ho incontrato nel riadattamento teatrale è stata la lunga sequenza di ricordi e scene ambientate nel passato, di cui il romanzo è ricco. In teatro, è complicato creare una cronologia logica e funzionale alla scena quando molte delle sequenze riguardano il passato o si svolgono in altre epoche, con personaggi differenti.”

Giovanna Bonanno: una protagonista enigmatica e affascinante

Giovanna Bonanno è una figura complessa e affascinante, che ha ispirato molte leggende nella tradizione palermitana. Bongiorno ha dichiarato: “Nella tradizione palermitana, Giovanna Bonanno riveste un ruolo importante. La sua storia reale ha ispirato molte leggende della città, tutte legate al suo famoso aceto.” Il regista ha raccontato come ha immaginato il personaggio: “Leggendo di lei nel romanzo di Natoli, ho sempre immaginato Giovanna come un’anziana donna che, nella vita, ha dovuto subire diversi soprusi e affrontare la fame. Questi eventi l’hanno portata a diventare ciò che è.”

In merito al processo creativo per rendere Giovanna un personaggio così enigmatico, ha aggiunto: “Per studiare un cattivo dei romanzi, immaginarlo, scriverlo e rappresentarlo, bisogna capire e trovare la ferita che lo ha reso cattivo.” Due tratti del personaggio lo hanno particolarmente colpito: “Il primo è la sua comicità naturale, che non ha l’intenzione di far ridere, ma che in qualche modo riesce a farlo, dai gesti alla camminata, ai suoi modi di dire. Il secondo tratto è la sua aura di sacro e profano che si mescolano.”

Il sold out della prima e la risposta del pubblico

Bongiorno ha descritto l’emozione di vedere la prima de La vecchia dell’aceto sold out: “Vedere nuovamente il sold out per il mio secondo Natoli è stata un’emozione immensa. Questo ci ha confermato che il pubblico, soprattutto quello che ama Natoli, rivede nelle nostre messe in scena la propria immaginazione di lettori che diventa reale sul nostro palcoscenico.” Il regista ha inoltre parlato dell’importanza di portare avanti l’opera di Natoli: “Sono onorato di essere il primo ad aver cercato di dare lustro e vanto a uno dei nostri migliori autori. Spero un giorno di riuscire a dargli il suo giusto posto nella letteratura.”

Novità nella replica del 6 aprile

Riguardo alla replica del 6 aprile, Bongiorno ha anticipato alcune novità: “Nella replica del 6 Aprile ho cercato di inserire delle nuove scene, per coprire delle mancanze e lacune che mi sono accorto, si trovano nella messa in scena. Solo andando in scena un teatrante può capire cosa funziona e cosa non funzioni del suo figlio teatrale.”

Infine, Bongiorno ha spiegato perché il pubblico non dovrebbe perdere la replica: “E’ un modo per vedere dal vivo dei personaggi di cui si sente parlare, o che si è solamente letto. Perché un fan di Luigi Natoli non può perdersi i nostri spettacoli, perché sono gli elaborati originali del romanzo e non delle rivisitazioni o riadattamenti. Ma soprattutto per conoscere la nostra storia, e cercare di non ricadere negli errori del passato.”

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