“1891: Il naufragio del piroscafo Utopia”, la storia dimenticata rivive a Misilmeri

Il 17 marzo 1891, nelle acque di Gibilterra, il piroscafo inglese “Utopia” affondava trascinando con sé il sogno americano di quasi 600 persone. A 134 anni esatti da quella tragedia, Misilmeri rende omaggio alle vittime con la presentazione dell’opera di Roberto Lopes che riporta alla luce una pagina drammatica dell’emigrazione siciliana, troppo a lungo dimenticata.

Un evento per non dimenticare

L’appuntamento è fissato per lunedì 17 marzo 2025 alle ore 17:00 presso il Palazzetto della Cultura di Misilmeri, in Corso Vittorio Emanuele 398. L’evento è organizzato dal Comune e dalla Biblioteca locale, in collaborazione con l’associazione SicilAntica di Misilmeri e l’associazione Prospettive di Mezzojuso.

La giornata si aprirà con i saluti del sindaco Rosario Rizzolo, di Enrico Venturini, responsabile del Palazzetto della Cultura, e di Marco Giammona, presidente di SicilAntica Misilmeri. Seguiranno gli interventi di Francesco Barna, docente di lettere presso l’I.I.S. “Don Luigi Sturzo” di Bagheria, e Giuseppe Giordano, docente di etnomusicologia presso l’Università di Roma Tor Vergata. Non mancheranno momenti artistici con letture a cura di Pietro Parisi e interventi musicali dell’associazione Prospettive. L’autore sarà presente per dialogare con il pubblico.

La tragedia del 1891 e i migranti siciliani

Il libro ricostruisce minuziosamente gli eventi di quel fatidico giorno, quando l’Utopia, salpato da Trieste e passato per i porti di Messina, Palermo e Napoli, affondò nel porto di Gibilterra in seguito a una collisione con la corazzata inglese Anson durante una violenta tempesta. La nave trasportava circa 813 passeggeri, prevalentemente migranti meridionali diretti a New York, oltre a un equipaggio di circa 59 persone.

Il bilancio fu devastante: 554 vittime, di cui 35 siciliani. I migranti isolani provenivano principalmente da Mezzojuso (16 partiti, 13 periti), Termini Imerese (28 partiti, almeno 9 periti), Marianopoli (11 partiti, tutti periti), oltre che da Casteltermini, Lucca Sicula e Messina. Contadini, braccianti e artigiani che lasciavano la propria terra in cerca di un futuro migliore oltreoceano.

Un lavoro di ricerca ventennale

“1891. Il naufragio del piroscafo Utopia”, pubblicato dall’Istituto Poligrafico Europeo, è il frutto di un meticoloso lavoro durato vent’anni. Come sottolinea Vincenzo Guarrasi nella prefazione, l’opera di Lopes va oltre la semplice cronaca storica, offrendo uno spaccato più ampio sulla grande emigrazione italiana tra fine Ottocento e inizio Novecento.

Il volume si basa su un’impressionante mole di documenti: archivi storici, quotidiani dell’epoca pubblicati in vari paesi, registri di imbarco e sbarco, carte processuali, resoconti parlamentari e corrispondenza privata. Grazie a questo lavoro certosino, l’autore è riuscito a ricostruire l’elenco nominativo di tutti i viaggiatori, con dettagli su età, origine, destinazione, professione e destino dopo l’incidente.

Tra documento storico e narrazione

La peculiarità dell’opera risiede nell’approccio narrativo che affianca il rigore documentale. Lopes alterna infatti la ricostruzione dei fatti a creazioni letterarie in cui dà voce alle vittime del naufragio, facendole parlare in prima persona delle loro speranze, illusioni e paure. Un espediente che rende coinvolgente la lettura e permette di entrare in contatto con le storie individuali di questi migranti.

Il lavoro si inserisce nel solco della ricerca storica sulle classi subalterne, restituendo dignità e memoria a persone le cui vicende sono state a lungo dimenticate. Come osserva l’autore stesso,

la tragedia dell’Utopia non è entrata nella memoria collettiva della nazione perché non ha interessato i ceti dirigenti ma le classi subalterne.

Un ponte tra passato e presente

Il libro stabilisce un inevitabile parallelismo con i drammi migratori contemporanei. Come evidenzia ancora Guarrasi, il significato dell’opera,

non offre soltanto un tributo alla memoria di un alto numero di persone tragicamente scomparse il 17 marzo del 1891, ma dà uno spessore storico a un’attualità che ci propone quotidianamente la cronaca di un dramma epocale: il Mediterraneo che si trasforma in cimitero per il naufragio di tanti migranti.

Un appuntamento da non perdere

Partecipare alla presentazione del 17 marzo significa immergersI in un viaggio nel tempo che illumina tanto il nostro passato quanto il presente. In un’epoca in cui le migrazioni continuano a segnare il nostro quotidiano, la storia dell’Utopia ci invita a riflettere sulla ciclicità della storia e sulla comune umanità che lega le generazioni. Come afferma Guarrasi,

In questo tempo, che è il nostro, è sempre più importante conservare memoria dell’Utopia.

Un invito a non mancare a questo appuntamento con la storia, dove il ricordo diventa seme di consapevolezza per affrontare le sfide del domani.

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