“Sarabanda” al Biondo di Palermo: Roberto Andò porta in scena il testamento artistico di Bergman

Il capolavoro cinematografico di Ingmar Bergman rivive sul palcoscenico con un cast d'eccezione: Renato Carpentieri, Alvia Reale, Elia Schilton e Caterina Tieghi in una profonda riflessione sulle relazioni umane e familiari

di Filippo Zimbili

L’atteso debutto di “Sarabanda” a Palermo

Da martedì 11 marzo, il Teatro Biondo di Palermo ospiterà “Sarabanda”, il film-testamento di Ingmar Bergman trasformato in una potente esperienza teatrale grazie alla regia di Roberto Andò. Innanzitutto, è importante sottolineare che questo spettacolo, coprodotto dal Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Teatro Nazionale di Genova e Teatro Biondo di Palermo, rappresenta un’occasione imperdibile per immergersi nelle profondità dell’animo umano attraverso le riflessioni del maestro svedese.

In particolare, “Sarabanda” porta sul palcoscenico le storie dei protagonisti di “Scene da un matrimonio”, mostrandoli trent’anni dopo: più maturi, ma anche più spietati. Di conseguenza, questo ultimo confronto, arricchito dalla presenza di un figlio e una nipote, diventa lo specchio delle molteplici sfumature delle relazioni umane e familiari, con la loro capacità di generare rimpianti, rimorsi e rancori.

Inoltre, l’opera è strutturata in dieci scene, ciascuna delle quali vede dialogare due dei quattro personaggi, seguendo la struttura della sarabanda, antica danza per coppie dal carattere solenne e lascivo, proibita nella Spagna del XVI secolo e poi ripresa da grandi compositori come Bach e Handel.

Un viaggio nell’abisso delle relazioni umane

Roberto Andò, regista dello spettacolo, descrive “Sarabanda” come un’opera in cui “Bergman non sembra credere più a nulla, è disperatamente distruttivo, e incatena i propri personaggi a un pessimismo totale sul senso delle relazioni umane“. La trama si sviluppa attorno alla visita di Marianne all’ex marito Johan, ritiratosi in una casa isolata. Quello che doveva essere un breve soggiorno si prolunga per settimane, rivelando l’animo inquieto dell’uomo, in conflitto con il mondo e con il figlio Henrik che vive nelle vicinanze insieme alla figlia diciannovenne Karin, promettente violoncellista.

I temi centrali di “Sarabanda” toccano le corde più profonde dell’esistenza: il mistero dell’amore e dell’odio, l’inevitabile conflitto tra genitori e figli, l’oscillazione tra indifferenza e attaccamento morboso, la vecchiaia e l’angoscia degli “ultimi giorni”. L’opera affronta la depressione, i fantasmi del passato, la paura della morte e il senso di colpa in un’alternanza di dialoghi taglienti e silenzi eloquenti.

Nonostante il pessimismo che permea l’intera opera, un barlume di speranza sembra essere affidato al personaggio di Karin, la giovane violoncellista che esprime il desiderio di liberarsi dall’influenza paterna per entrare nell’orchestra diretta da Claudio Abbado, sperimentando così la gioia di suonare con gli altri.

Informazioni utili per non perdere questo capolavoro

“Sarabanda” andrà in scena nella Sala Grande del Teatro Biondo di Palermo dal 11 al 16 marzo con il seguente calendario:

  • Martedì 11 marzo, ore 21:00
  • Mercoledì 12 marzo, ore 17:00
  • Giovedì 13 marzo, ore 17:00
  • Venerdì 14 marzo, ore 21:00
  • Sabato 15 marzo, ore 19:00
  • Domenica 16 marzo, ore 17:00

Per dare vita a questa intensa rappresentazione teatrale, della durata di 1 ora e 40 minuti senza intervallo, è stato scelto un cast di interpreti d’eccezione che saprà portare sul palco tutta la profondità dei personaggi bergmaniani: il talentuoso Renato Carpentieri vestirà i panni di Johan, l’intensa Alvia Reale darà corpo e voce a Marianne, mentre Elia Schilton interpreterà Henrik e la giovane Caterina Tieghi si calerà nel ruolo di Karin.

Non perdete l’opportunità di assistere a questa intensa rappresentazione di “Sarabanda”, un’opera che, nella sua cruda onestà, trasmette il suo messaggio più profondo non tanto attraverso le parole, quanto attraverso i silenzi e i gesti: la tenerezza di un abbraccio, il tenersi per mano, il denudarsi accettando di rivelare l’uno all’altro la fragilità di corpi segnati dal tempo e dal peso di vivere. Un’esperienza teatrale che vi coinvolgerà emotivamente, lasciandovi riflettere sulla complessità delle relazioni umane e sul significato ultimo dell’esistenza.

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