Lo spettacolo: un viaggio tra memoria e presente
La figura di Rocco Chinnici, pioniere della lotta alla mafia in Sicilia, torna a vivere sul palcoscenico in quello che si preannuncia come un emozionante ritorno sulle scene palermitane. Lo spettacolo “Rocco Chinnici: il coraggio e la passione di un padre magistrato” arriva per la prima volta al Teatro Don Bosco Ranchibile di Palermo, inaugurando il suo 2025 con due imperdibili appuntamenti: l’11 e il 12 febbraio alle 10:30.
In un’intervista esclusiva rilasciata alla nostra redazione, il regista Ugo Bentivegna ha condiviso la genesi e il significato profondo di questo progetto teatrale, che ha già conquistato il pubblico internazionale del Parlamento Europeo e che presto tornerà a Bruxelles, questa volta presso l’Istituto Italiano di Cultura, dove sono in corso le trattative per le nuove date.
Un’innovativa messa in scena
L’opera teatrale, scritta a quattro mani da Bentivegna e Giuditta Perriera, porta sul palco un racconto intimo e potente. “Sin da subito l’idea era quella di non raccontare soltanto la figura di questo eroe dell’antimafia, ma di raccontare la figura di un padre amorevole ma anche severo con gli occhi appunto della figlia” spiega il regista, che ha fortemente voluto questo progetto dopo aver partecipato come attore a un film sulla vita del magistrato.
Sul palco, la narrazione prende vita attraverso un suggestivo gioco di luci e ombre. Giuditta Perriera, oltre ad essere co-autrice, veste i panni di Caterina Chinnici, mentre Roberto Burgio interpreta la figura di Rocco Chinnici, che si staglia, evocativa, dietro un pannello di PVC. “Lo spettacolo alterna continuamente questi momenti di ricordi intimi, familiari, ma anche di momenti drammatici” sottolinea Bentivegna, creando un perfetto equilibrio narrativo.
L’eredità di un pioniere
L’eredità di Rocco Chinnici emerge con forza attraverso le sue intuizioni rivoluzionarie. Innanzitutto, introdusse l’idea di colpire i mafiosi attraverso i loro patrimoni. In seguito, creò il pool antimafia che avrebbe visto protagonisti Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. “Rocco Chinnici è stato il primo giudice ad andare all’interno delle scuole a parlare ai ragazzi” ricorda il regista, “lui capì che i ragazzi dovevano sapere che quando si drogavano non solo facevano del male a loro stessi, ma facevano arricchire la mafia.”
Il legame professionale tra padre e figlia aggiunge un elemento toccante alla narrazione. “Dopo essere diventata magistrato è stata affidata dal padre stesso a Borsellino” rivela Bentivegna, “e lì ha cominciato a vedere veramente ciò che il padre stava facendo e ciò che il padre aveva in mano, tutte quelle lotte contro la mafia che a casa non riportava per proteggerli.”
Lo spettacolo nasce da una profonda riflessione durante il periodo del Covid. “Durante il Covid, ho riflettuto sul fatto che questa figura così importante per la storia dell’antimafia siciliana era un po’ stata dimenticata” confessa Bentivegna, “e ho detto: qual è il mio linguaggio? Quello del teatro.”
La rappresentazione ha ricevuto la supervisione diretta di Caterina Chinnici, garantendone l’autenticità storica ed emotiva. Si preannuncia quindi come un’esperienza teatrale intensa e necessaria, capace di parlare al cuore e alla coscienza degli spettatori. Inoltre, mantiene viva la memoria di chi ha sacrificato la propria vita per la giustizia e la legalità nella nostra terra.
Informazioni e prenotazioni
Non perdete l’opportunità di assistere a questa toccante testimonianza di memoria e impegno civile. Per informazioni e prenotazioni è possibile contattare i seguenti numeri: 338 4931828 o 334 868645
